Ho sempre avuto passioni eccessive. Ho sempre sentito troppo. Ho
sempre provato troppo. Il fuoco non mi bruciava solamente, mi entrava in
circolo nelle vene, nel sangue. Io ero pura passione. Ero un groviglio di
sentimenti ed emozioni spinti sull'acceleratore dal cervello. Non
amavo: io morivo d’amore. Non stavo male: io appassivo, sfiorivo, perdevo
vigore. Mi nutrivano attraverso flebo di speranze. Mi dissetavo con bevande al
gusto di desideri. Le mie azioni erano troppo esagerate, troppo estreme, troppo
insistenti. I miei silenzi erano cemento armato rivestito da pareti di crepe
profonde. L’unico cuore che avevo era uno scrigno incrostato da molluschi e
alghe affogati in un mare di incertezze e paure. Ero rabbia che covava sotto la
cenere. Ero ghiaccio che tagliava la pelle come un coltello. Non sono mai stata
normale nel senso letterale del termine. L’essere diversa, solitaria, estrema
ha caratterizzato la mia natura da sempre.
Per
questi e molti altri motivi, sento l’insopportabile bisogno di essere amata da
qualcuno che sia l’altro specchio di me. Non l’esatto opposto, l’esatto
riflesso di me. Lui deve amarmi senza freni, deve impazzire per me, deve farsi
mancare il respiro nel baciarmi. Fare l’amore deve essere guerra e pace
insieme, dobbiamo combattere con furore abbracciando le nostre armi, strumenti
di piacere e di passione. La mediocrità non è alla base dei miei rapporti
quotidiani. Io sono per l’eccesso, in tutte le sue sfumature emotive
necessarie. L’animo battagliero da ribelle è diventato il mio abito. Non
indosso maschere, i miei occhi sono limpidi e i miei sorrisi sono leali, ma ho
troppo caos dentro e fuori di me. E questa… beh, questa è un’altra storia.
Juju
Nessun commento:
Posta un commento