venerdì 27 marzo 2015

Ho sempre avuto passioni eccessive.


Ho sempre avuto passioni eccessive. Ho sempre sentito troppo. Ho sempre provato troppo. Il fuoco non mi bruciava solamente, mi entrava in circolo nelle vene, nel sangue. Io ero pura passione. Ero un groviglio di sentimenti ed emozioni spinti sull'acceleratore dal cervello. Non amavo: io morivo d’amore. Non stavo male: io appassivo, sfiorivo, perdevo vigore. Mi nutrivano attraverso flebo di speranze. Mi dissetavo con bevande al gusto di desideri. Le mie azioni erano troppo esagerate, troppo estreme, troppo insistenti. I miei silenzi erano cemento armato rivestito da pareti di crepe profonde. L’unico cuore che avevo era uno scrigno incrostato da molluschi e alghe affogati in un mare di incertezze e paure. Ero rabbia che covava sotto la cenere. Ero ghiaccio che tagliava la pelle come un coltello. Non sono mai stata normale nel senso letterale del termine. L’essere diversa, solitaria, estrema ha caratterizzato la mia natura da sempre.

Per questi e molti altri motivi, sento l’insopportabile bisogno di essere amata da qualcuno che sia l’altro specchio di me. Non l’esatto opposto, l’esatto riflesso di me. Lui deve amarmi senza freni, deve impazzire per me, deve farsi mancare il respiro nel baciarmi. Fare l’amore deve essere guerra e pace insieme, dobbiamo combattere con furore abbracciando le nostre armi, strumenti di piacere e di passione. La mediocrità non è alla base dei miei rapporti quotidiani. Io sono per l’eccesso, in tutte le sue sfumature emotive necessarie. L’animo battagliero da ribelle è diventato il mio abito. Non indosso maschere, i miei occhi sono limpidi e i miei sorrisi sono leali, ma ho troppo caos dentro e fuori di me. E questa… beh, questa è un’altra storia.
Juju

martedì 24 marzo 2015

La mia passione... Scrivere!

Fin da piccola, fin da quando ho capito che tenendo una penna in mano potevo giocare con la fantasia inventando storie e scrivendo poesie, ho quotidianamente inondato di parole i miei quaderni, i miei diari e ogni foglietto che trovavo a portata di mano. 

Quando iniziai l’università, facendo teatro, la passione per la sceneggiatura o comunque del creare storie da 'mettere in scena' ha fatto sì che iniziassi a scrivere la storia di Martina e Filippo e del loro amore, durante l'intervallo dalla lezione di drammaturgia teatrale e una di scenografia, oppure al mattino sul pullman, tra un sobbalzo e l'altro della carreggiata.
Creai anche alcuni blog per raccontarmi e per far leggere le mie poesie e i miei racconti a chi, come me, condivideva il desiderio di fare della scrittura un obbiettivo fondamentale per la propria vita.
Alcuni anni dopo il mio sogno di diventare scrittrice si avverò: nel 2010, a dicembre, stringevo fra le mani il mio romanzo, pubblicato da un editore del torinese. Annusavo le pagine appena uscite dalla stamperia e mi immergevo nell'odore di libro nuovo, appena aperto con delicatezza per non rovinarlo. Mi era giunto come un dono inaspettato, magnifico, stupendo! Stavolta, però, si trattava del "Mio Libro", del mio sogno di pagine e lettere, di amore e di passione. Era un buon traguardo che preannunciava un nuovo inizio per me!
Nello scrivere ho avuto ben presente ciò che uno scrittore mi disse al Salone del Libro di Torino: "Noi scriviamo per evitare di andare da uno psicanalista, in quanto scrivere vuol dire proprio seguire una seduta psicanalitica con i propri fantasmi interiori e viverli attraverso i personaggi del romanzo".
Ebbene, proprio queste parole, unite al consiglio di raccontare una storia partendo da ciò che viviamo e conosciamo bene per renderla maggiormente verosimile e più personale, mi hanno aiutato con Fragile come sogno e, in seguito, Ritornerà settembre.

Ecco, questo è in breve un assaggio della mia passione. 
Buona serata,

Juju.